LEGA NAZIONALE CONTRO LA PREDAZIONE DI
          ORGANI
        E LA MORTE A CUORE BATTENTE
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COMUNICATO
STAMPA
 Anno XXXI n.21
26 Novembre 2015
L'ESPIANTO DI UN FIGLIO
TERRIBILE VIOLENZA SULLA DONNA
Paolo espiantato a 19 anni il 23.11.93   
Con le sue leggi lo Stato pratica la violenza sulle donne e perpetua la condizione di subalternità femminile ad una realtà politico-economica patriarcale e maschilista che non tiene conto del piano umano e della dignità peculiare delle donne, favorendo la cultura della negazione dei sentimenti.
La violenza, anche truce, nelle convivenze e nella sessualità è nota e condannata. Invece è nascosta o negata la violenza negli ospedali, dove in rianimazione sono sequestrati i figli feriti da incidenti, sovente non per essere curati ma per mantenerli vivi per l'espianto, senza possibilità d'appello contro l'autoritaria dichiarazione di “morte cerebrale”. Così fu per Paolo.
Questa madre che vi scrive per ricordare con voi il figlio ucciso in sala operatoria come un capretto sacrificale, ha la colpa di aver firmato su inganno medico la donazione degli organi del figlio Paolo. Ha la colpa di essersi fidata dei medici e dell'informazione sanitaria che da anni propaganda “dona i tuoi organi dopo la morte”. Quale morte? Una falsità imposta dalla legge per proteggere i medici assassini che non vogliono rischiare la galera. Difficile incriminarli: i rianimatori dichiarano la c.d.“morte cerebrale” ed i chirurghi squartano quei corpi vivi e pulsanti fatti passare per morti.
Questa madre è consapevole che la vera colpa è della mafia  sanitaria/affarismo trapiantistico che è sopra lo Stato e lo orienta; è  consapevole che l'imposizione della fasulla “morte cerebrale” garantisce organi  vivi e sviluppa la macellazione dei più deboli.
  Quando comprendi a posteriori che il figlio che hai tenuto  in grembo per 9 mesi e allevato per 19 anni (“la luce dei miei occhi”) è stato  macellato a cuore battente e sangue circolante e forse col pensiero attivo e il  terrore negli occhi, tu non hai più notti per dormire, ma quell'immagine terribile  del suo sacrificio. Questa non è una società, questo è l'inferno.
  Sono tante le madri che nascondono i loro cuori lacerati,  fatta eccezione per quelle poche che ricevono finanziamenti pubblici per la  propaganda ingannevole. 
E a seguire altre violenze di Stato: donne tenute vive come incubatrici, prelievi precoci del cordone ombelicale, uteri in affitto, uteri trapiantati, gravidanze sotto immunosoppressori, donazione da viventi sane di rene, parte di polmone, di fegato, di intestini, di pancreas, dimostrano il crescente sfruttamento delle donne ed una oppressione che cambia forma sotto la mistificazione della libertà.
Se è vero, come da nota sanitaria, che il medico è un pubblico ufficiale e “guai a chi lo tocca”, deve a questi “onori” corrispondere altrettanti “oneri”: i pubblici ufficiali devono denunciare alla magistratura la notizia di reati perseguibili d'ufficio quali l'omicidio di un ferito e l'estorsione di una firma di donazione da una madre ignara. Ma i medici dello Stato tacciono ed eseguono.
Mamma di Paolo
  Silvana Mondo - Consigliera
  Lega Nazionale Contro
  la Predazione di Organi
www.antipredazione.org 
  Consiglio Direttivo
Presidente Nerina Negrello 
 
    
  
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